La festa di Sant’Efisio a Cagliari

La festa di Sant’Efisio a Cagliari

Si racconta che nel 1656 alcuni marinai catalani approdati ad Alghero rubarono un veliero mercantile ed essendo portatori del morbo della peste questa si diffuse rapidamente nell’isola in particolare a Cagliari causando la morte di circa diecimila abitanti. Dunque i sardi pregarono Sant”Efisio affinché ponesse fine a tale piaga e proprio l”Amministrazione Comunale cagliaritana fece un voto a Sant”Efisio: se fosse riuscito a sconfiggere la peste, ogni anno si sarebbero svolti una processione e dei festeggiamenti in suo onore partendo dal quartiere di Stampace fino ad arrivare a Nora, dove il santo era stato martirizzato.
Da qui nasce la Sagra di Sant”Efisio una delle più grandi feste di Cagliari che si svolge ogni anno il 1 maggio, che attrae moltissime persone anche dall’estero, ed a cui partecipa tutta la Sardegna. Ogni paese è presente con un gruppo di persone vestite del proprio costume per partecipare alla sfilata e rendere omaggio al santo
La cerimonia inizia con la vestizione del Santo a cura dall”Arciconfaternita del Gonfalone, vengono per l’occasione esposti i gioielli in oro e tutte le offerte ex-voto, dopodiché Sant’Efisio viene collocato nel cocchio tirato da due buoi che vengono addobbati da Su Corradori.

La processione si apre con le traccas, il cui numero varia di anno in anno, che sono carri ornati da ghirlande di fiori trainate dai buoi. Seguono poi i gruppi folkloristici, circa cinquemila persone provenienti da tutta l”isola vestite con il costume tradizionale sardo del paese che rappresentano che solitamente recitano il rosario o cantano i goccius. Abbiamo poi i cavalieri, primi i campidanesi seguiti poi dai miliziani. Dopo di essi sfilano i online casino membri della Guardianìa e in prima fila il Terzo Guardiano che regge il Gonfalone della confraternita. Segue poi l”Alter Nos, il rappresentante del Sindaco. Dopo i cavalieri sfilano i membri dell”Arciconfraternita preceduti da un confratello che regge un crocifisso del 1700. L”arrivo del cocchio è preceduto dal suono delle launeddas, tipico strumento sardo. Quando il cocchio arriva in via Roma viene salutato dalle sirene delle navi attraccate nel porto di Cagliari, e cammina su un tappeto di petali di rose che le donne spargono per la strada e che in sardo si chiama “Sa Ramadura”. Il pubblico assiste alla processione dagli spalti posizionati per l’occasione lungo il percorso oppure seguendo il corteo dietro il cocchio del santo.
Il viaggio prosegue alla volta di Nora e Stampace. Dopo Cagliari il cocchio arriva a Giorgino, il villaggio dei pescatori, in cui il santo viene spogliato dei gioielli, gli vengono sostituite le vesti con altre più semplici e viene trasferito nel cocchio di campagna, più semplice meno sfarzoso.
Il corteo prosegue il viaggio fino a Sarroch e viene trasferito nella chiesa di Santa Vittoria dove viene celebrata la messa e avviene il pernottamento. Il corteo arriva poi a Villa San Pietro e successivamente a Pula. Viene celebrata una messa nella chiesa di San Giovanni Battista, poi il cocchio arriva verso le 21 a Nora. Per tutta la giornata del 3 maggio avviene la commemorazione del santo e alle ore 18,00 il santo viene portato in processione tra le rovine di Nora.
Il 4 maggio il Santo riparte verso Cagliari, dove arriverà verso le 21.


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